Tutta l arte è impegnata. Ogni scelta che facciamo, anche quella di non scegliere ci impegna. In una qualche
misura. Così è una falsa credenza quella di una artista, non impegnato. Non ci si può occupare di arte, e
tener fuori quello che ci accade intorno.
La domanda: Qual è la nostra posizione rispetto al contesto?
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Bene. Per rispondere vi chiedo di descrivere a parole dove si trova questo pallino nero sullo schermo
all’interno del foglio che non ha confini.

Risposta possibile: “Il pallino è in alto a sinistra”
Non vale! Rispetto a cosa è in alto a sinistra se non si conoscono i confini del foglio?
Ora, non c’è linguaggio che tenga! Se prima sul foglio, non disegno un secondo elemento che permetta di
descrivere la posizione del pallino nero, non riusciremo mai a descriverne la posizione.

Infatti adesso cosa succede?
Risposta possibile: “Il pallino nero è a sinistra rispetto al pallino bianco di n cm e in alto di n cm.”
Questa frase è il nostro mondo. Il linguaggio.
Senza questo secondo elemento, il pallino nero non può essere rappresentato, definito. Non può essere
raccontato.
Pur conoscendo in modo innato le coordinate, Nord, Sud, Ovest, Est infatti, come facciamo a trovare il
pallino nero sul foglio se non abbiamo un secondo riferimento?
Provateci.
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Ora. Facciamo un altro esercizio.
Se spostiamo il secondo elemento in un altro punto del foglio, il mondo che creeremo sarà completamente
diverso dal precedente.

Possibile risposta: “Il pallino nero si trova in basso a destra di n cm”
Questo mondo è diverso dal precedente, nonostante questo allo stesso tempo, VERO!
Perché ci permetterà, allo stesso modo, di trovare il pallino nero.
Ora, Il punto. Se la domanda che ci fossimo fatti era “perché c’è il pallino nero?” Come avremmo risposto?
Avremmo potuto? Con quale linguaggio in caso? Avremmo saputo cosa dire? In caso affermativo, le
risposte che avremmo trovato, che valore conoscitivo avrebbero avuto?
3
Interrogarsi sul “come” (dove si trova il pallino?), anziché interrogarsi sul “perché” (perché c’è il pallino?)
conduce ad una scelta, per l’appunto, la scelta di creare arbitrariamente un secondo pallino, (bianco nel
nostro caso).
E’ solo chiedendosi del come, che si può ipotizzare una risposta praticabile. Il punto è… seppure riuscissimo
ad arrivare al pallino nero…quello che troveremmo, risponderebbe della domanda sul perche ce ne sia
uno?
Dove si pone la ricerca artistica all’interno di questo quadro? Quando si può parlare di ricerca artistica? Su
quali assiomi avete fondato la vostra ricerca? Ne avete mai sentito il bisogno? Quale è il vostro pallino
nero? E quello bianco?
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In-Conclusioni
L’Occidente ha inventato la scienza, un metodo basato su assiomi (regole artificiali), il cui obiettivo è
trovare nel miglior modo possibile la posizione della pallina nera. Questa ricerca ha condotto a sistemi via
via più raffinati, sino ad arrivare all’informatica e all’intelligenza artificiale, che attraverso “il come” (Come
riprodurre una coscienza?) puntano a rispondere “del perché” (Perché ne abbiamo una?).
Ecco, l’Arte, con il suo silenzio, forse, può ancora essere d’aiuto nel ricordarci che la pretesa di trovare la
pallina nera con i “come”, non necessariamente risponderà del suo “perché”. O forse sì?